Deficit dellormone della crescita: la somministrazione della terapia diventa settimanale

Deficit dellormone della crescita: la somministrazione della terapia diventa settimanale

Generalmente i livelli di GH raggiungono il picco da 30 a 90 minuti dopo la somministrazione di insulina o dopo l’inizio dell’infusione di arginina, da 30 a 120 minuti dopo la somministrazione di levodopa, da 60 a 90 minuti dopo la clonidina, e da 120 a 180 minuti dopo il glucagone. L’ormone della crescita inoltre può essere utilizzato per aumentare la statura dei bambini bassi che però hanno normale funzionamento dell’ipofisi, ma l’uso in tali casi è controverso. Alcuni genitori considerano la bassa statura una sorta di disturbo, mentre molti medici non approvano l’uso dell’ormone della crescita in questi bambini. Indipendentemente dalla causa associata alla bassa statura, l’ormone della crescita è efficace solo se somministrato prima che le ossa smettano di crescere. Il goserelin viene somministrato ogni 28 giorni con iniezioni sottocutanee all’addome, da dove il farmaco viene assorbito gradualmente dall’organismo.

Quando il corpo è a digiuno l’ormone della crescita mantiene i livelli di glucosio nel sangue e muove il grasso conservato come fonte di energia alternativa per l’organismo. L’acromegalia, per esempio, è spesso associata allo sviluppo di polipi intestinali (e quindi all’aumentata possibilità di sviluppareTumore maligno, caratterizzato da crescita incontrollata di cellule e tessuti rapida, infiltrante e metastatizzante. Se non curato risulta mortale. Talvolta termine usato come sinonimo di tumore. Malattie croniche o recidivanti, e talvolta gli effetti collaterali dei trattamenti richiesti per la cura, possono influenzare negativamente anche la crescita, visto che un buono stato di salute è necessario per una crescita ottimale. I picchi maggiori di ormone della crescita si riscontrano nelle ore notturne, in particolare con l’inizio del sonno. Questi picchi si riducono con l’età, al punto che la secrezione di ormone della crescita nell’età adulta è circa il 15% di quella della pubertà.

La corsa al GH

Il corso FAD “Registro Nazionale degli Assuntori dell’Ormone della Crescita, utilizzo della piattaforma web per le segnalazioni di trattamento con l’ormone della crescita”,
è organizzato dal Dipartimento malattie cardiovascolari, dismetaboliche e dell’invecchiamento e dal Servizio Relazioni Esterne – Formazione dell’Istituto Superiore di Sanità. Negli adulti, il GH ha un ruolo importante nella regolazione della densità ossea, della massa muscolare, dei livelli di glucosio e del metabolismo lipidico, oltre a influenzare la funzionalità cardiaca e renale. Il deficit di GH può presentarsi durante l’infanzia o svilupparsi in età adulta in seguito, ad esempio, a danneggiamento dell’ipofisi dovuto a trauma cranico, tumori cerebrali, interventi chirurgici o trattamenti radioterapici, con conseguente diminuzione della funzionalità dell’ipofisi (ipopituitarismo). “La complessità del regime terapeutico, la dimenticanza, il disagio dell’iniezione, le barriere di natura psicologica come la social fobia, lo stigma o il burden del caregiver sono tra i fattori che condizionano il fallimento dell’aderenza terapeutica e costituiscono un carico significativo di malattia in termini clinici, sociali ed economici. La diagnosi prevede la valutazione della riserva ipofisaria di ormone della crescita in quei bambini e bambine con una storia clinica e un esame obiettivo compatibili con un deficit di questo ormone.

  • Tutte le informazioni presenti nel sito non sostituiscono in alcun modo il giudizio di un medico specialista, l’unico autorizzato ad effettuare una consulenza e ad esprimere un parere medico.
  • Questo rischio, però, è reversibile, perché diminuisce dal momento in cui si smette fino ad azzerarsi nel giro di dieci anni.
  • Nella sua funzione l’ormone non si limita alla sola crescita, in quanto viene prodotto nel corso di tutta la vita della persona, e non esclusivamente nella fase dello sviluppo.
  • Sostanza che contiene un gruppo idrossilico (OH), dal gusto amaro, colora la cartina tornasole di blu, se combinata con un acido genera un sale.
  • La terapia ormonale può ridurre il rischio di recidiva, ovvero la probabilità che il tumore si ripresenti dopo la conclusione di altri trattamenti (intervento chirurgico, radioterapia e/o chemioterapia) oppure può contribuire a ridurre per un certo periodo i sintomi di una malattia in fase più avanzata.
  • Sulla base dei risultati ottenuti sono state elaborate linee guida adottate poi a livello internazionale.

Molti tumori del seno hanno sulla superficie delle loro cellule recettori per gli estrogeni, per il progesterone o per entrambi. Per verificare tale condizione, si effettua un esame istologico sul materiale prelevato nel corso di una biopsia o dell’intervento chirurgico, Se i recettori sono effettivamente presenti, si dice che il tumore è positivo per i recettori degli estrogeni (ER+) e/o per quelli del progesterone (PR+). Ciò significa che gli ormoni sessuali femminili stimolano la crescita della massa tumorale, e che quindi la terapia ormonale è indicata. Questo tipo di trattamento non viene preso in considerazione se il tumore non presenta i recettori (ed è quindi detto “negativo” per questi due fattori). La scelta del tipo di trattamento da adottare nei singoli casi, oltre che dal grado di avanzamento della malattia, dipende dal fatto che la donna sia già entrata o meno in menopausa.

Diagnosi

Diagnosi precoce e corretta, osservazione del trattamento sono invece essenziali per ottenere i risultati desiderati e normalizzare la crescita. In questo senso la novità di un GH a lunga durata d’azione come somatrogon ha la potenzialità di migliorare la scarsa aderenza e migliorare la qualità di vita, che sono bisogni insoddisfatti fondamentali nella popolazione pediatrica con deficit di GH. Può aiutare a ridurre lo stress della terapia quotidiana e determinare un minor burden nei caregiver”, ha spiegato il Prof. Marco Cappa, Responsabile dell’Area TB 500 2 mg Peptide Sciences comprare Ricerca e Terapie Innovative per le Endocrinopatie – Ospedale Bambino Gesù di Roma. L’ipofisi è una ghiandola endocrina situata alla base del cranio (nel cervello) posta sotto il diretto controllo dell’ipotalamo (zona dell’encefalo). Quando la somatostatina è più alta ed impedisce la secrezione di GH, il GHRH induce sintesi dell’ormone che viene prodotto e liberato nella fase in cui la somatostatina scende (il c.d. feedback). Tali picchi si riducono con l’età, al punto che la secrezione di GH nell’età media è circa il 15% di quella della pubertà.

Il trattamento sostitutivo è indicato solo in quei bambini con bassa statura in cui sia stato correttamente documentato un deficit di ormone della crescita. L’ormone della crescita (Growth Hormone, GH) è impiegato nella cura di patologie con deficit totale o parziale di GH e di patologie con normale secrezione dello stesso, sia in età pediatrica che in età adulta. Si tratta di malattie con diversa eziologia che richiedono un trattamento cronico, a volte anche per tutta la vita.

Un calcolo abbastanza preciso lo ha fatto la Commissione Regionale Piemontese preposta alla sorveglianza dei soggetti in trattamento con GH, con risultati sorprendenti che mostrano che le prescrizioni di questo ormone siano il doppio del previsto e che ci si trova anche di fronte a differenze enormi tra una provincia e l’altra. Una valida alternativa al trattamento con analoghi LHRH può essere rappresentata dal trattamento con LHRH antagonisti o antagonisti del GnRH (per esempio il degarelix), specie nei pazienti a maggior rischio di flare-up o nei quali sia necessario ottenere più rapidamente la risposta terapeutica. Gli antagonisti del GnRH inibiscono direttamente l’LHRH a livello ipofisario attraverso un meccanismo di tipo competitivo e bloccano la secrezione di LH e FSH senza determinare effetti agonisti, consentendo pertanto di evitare il fenomeno del flare-up. Un gruppo di ricercatori italiani, guidati da Lucia Del Mastro del Policlinico San Martino – IRCCS per l’oncologia di Genova, ha proposto un nuovo uso della triptorelina, dimostrando che nelle donne con tumore al seno è efficace nel proteggere la fertilità dagli effetti tossici della chemioterapia. Sulla base dei risultati ottenuti sono state elaborate linee guida adottate poi a livello internazionale.

Se non diagnosticato e trattato in tempo provoca un ritardo della crescita nei bambini e negli adolescenti, fino a determinare una crescita insufficiente e può influenzare la mineralizzazione scheletrica, la forza muscolare e il metabolismo dei lipidi. Nel corso dell’incontro gli esperti si sono, inoltre, soffermati sulle difficoltà che bambini e adolescenti affetti da GHD possono incontrare in relazione al loro benessere psicologico e alle relazioni sociali, e come queste possono talvolta incidere su una ridotta aderenza alla terapia. Gli eventuali tumori cerebrali possono essere asportati chirurgicamente, ma i bambini sono ad alto rischio di ipopituitarismo poiché l’intervento potrebbe danneggiare l’ipofisi.

Una volta sospesa la cura, cioè, l’ovaio torna a funzionare, anche se nelle donne più vicine alla menopausa questo non sempre si verifica. Poiché il farmaco può essere pericoloso per il nascituro è bene discutere con il proprio medico quale metodo contraccettivo utilizzare durante la cura, indipendentemente dal fatto che il partner in terapia sia l’uomo o la donna. In quest’ultimo caso occorre anche accertarsi che non ci sia una gravidanza in atto prima di iniziare la cura. Gli effetti collaterali degli inibitori dell’aromatasi possono essere di entità variabile a seconda della persona e delle diverse fasi del trattamento.

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In alcuni specifici casi, sulla base dell’esame istologico iniziale, delle condizioni generali della donna e della tolleranza alla terapia, l’oncologo ha la possibilità di consigliare alla propria paziente di proseguire la terapia con inibitori dell’aromatasi oltre il quinto anno. Gli inibitori dell’aromatasi sono indicati nelle donne già in menopausa e che quindi non producono più estrogeni dalle ovaie, ma solo nei tessuti periferici, soprattutto quello adiposo. Si usano in genere dopo l’intervento per impedire recidive, ma in alcuni casi sono utilizzati anche prima dell’operazione, per ridurre il volume della massa da asportare, oppure nelle fasi più avanzate della malattia. Con il tamoxifene si possono verificare gli effetti tipici da carenza di estrogeni comuni alle altre forme di terapia ormonale.

Dieta e integratori per aumentare l’ormone della crescita: quali sono? Funzionano?

Da adulti, deficit gravi possono essere causati da lesioni cerebrali, tumore dell’ipofisi o danni alla ghiandola pituitaria (per esempio, dopo un intervento chirurgico o la radioterapia). Se viene confermata la riduzione della secrezione di ormone della crescita (GH), devono essere eseguiti, se non sono stati fatti precedentemente, test della secrezione degli altri ormoni ipofisari e (se alterati) degli ormoni delle ghiandole periferiche che sono il loro bersaglio e studi di imaging. Quando la crescita è anomala si devono eseguire studi di imaging, l’età ossea deve essere determinata con una RX della mano sinistra (per convenzione).

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